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L'affermazione dell'Unione Europea come attore globale non può prescindere dal pieno sviluppo di una credibile ed efficace politica di sicurezza e difesa comune. Sebbene l'azione dell'UE continui a soffrire di limiti e carenze, il contributo europeo al mantenimento della pace e della stabilità del sistema internazionale non può essere ignorato o banalizzato riproducendo all'infinito l'immagine stereotipata di un'Europa "gigante economico, nano politico e verme militare". Il caratteristico approccio distico e multidimensionale dell'UE alle questioni di difesa e sicurezza - in grado di combinare efficacemente la dimensione militare con quella politica, economica e civile - dota l'Europa di una ricca e variegata tool-box per intervenire nella gestione dei conflitti contemporanei. Come e con che finalità lo strumento militare è impiegato dall'UE nel processo di definizione della sua identità internazionale? La sua progressiva militarizzazione non ha forse alterato l'immagine di un'Europa "potenza civile"? Partendo da un'analisi teorica e da una ricostruzione storica dell'origine della politica europea di sicurezza e di difesa, il libro esamina le nuove minacce alla sicurezza comune e la strategia europea per farvi fronte, approfondendo nel dettaglio le operazioni di crisis management avviate dal 2003 alla recente entrata in vigore del Trattato di Lisbona.